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mercoledì 31 luglio 2013



Inerpicata tra alte vette, oltre plumbei ammassi d'acqua accalcati da gelide e feroci correnti, in una ovattata calma ove tempo e spazio sembrano sospesi come cristalli di neve nell'aria, una macchia, una piccola macchia nera senza alcuna sfumatura, senza portar ombre, se ne sta sospesa a mezz'aria, immobile.
Una luce cangiante, calda, incorporea e diffusa, illumina il cielo sopra la piccola macchia nera, gelida, così corporea, così pesante; sotto di lei il vorticare incessante e violento, turbini dalle mille sfumature grigie si scontrano, cozzano, di dissolvono e rinascono, si aggregano e si distaccano in una caotica danza senza alcuna logica, senza alcuna regola, libera, sfrenata.
La piccola nera macchia sembra guardare in ogni dove, senza osservare, pesante e vuota, gira, si ferma e gira nuovamente, ma non si discosta dal suo dove, vortica assieme ai turbini.
La nera piccola macchia d'un tratto s'arresta, immobile, insensibile, sospesa; cade, cade in picchiata velocemente, tutto diventa confuso e scorre, la luce si amalgama con il grigio dei vortici, stiature dorate si aggrovigliano a grigi filamenti, si annodano, si avvinghiano fino a fondersi.
Fragore, poi silenzio; ancora grigio tutto attorno, sotto non c'è più nulla, sopra neanche.
La macchia piccola nera ora può solo guardare in alto, guardare quei vortici argentati e dorati, quei filamenti legati tra di loro, avvolti in infinite spire, indissolubili; ora comincia a espandersi, senza alcun controllo, scivola su di una liscia superficie grigia, gelida.
Scivola e si scinde, nere linee fluiscono via, in ogni dove.
La nera macchia piccola non si dissolve.