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lunedì 10 agosto 2009

Rosa

Citerea dea, gentil e bella,
te, nata dall'azzurro mar eterno,
generasti dal tuo rosso e vergine
ancora sangue dolce
la carminïa rosa,
ch'or abbellisce la spoglïa terra;
perchè pungesti con il tuo spin empio
il divino pïede?
Volevi forse esser divina tu anche?


Nel tuo color sì bello
v'è racchiusa la passion
de' l'amanti teneri,
piccola figlia del divin plasma,
come tüa madre säi affascinar
gli occhi de' li mortali,
con l'empi spin difendi
il tuo vergine fiore, finchè mano
recide il grazioso tan irto gambo,
col tuo profumo rapisci li nasi,
che curiosi et affascinati vengon
vicino a te, per goder
l'intensa et breve estasi,
simil a delicato tocco divin,
ch'il tuo odore provoca.


O, divina rosa, torna a decorar
la spoglia et brulla terra ch'i suoi
fiori ormai perde nella gelida
stretta d'Inverno bianco,
o, divina Venere,
nel tuo abbraccio tienmi stretto et caldo,
bacia il mio viso et la tüa rosa,
la più bella, donami.

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