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lunedì 10 agosto 2009

Cavaliere

Solingo errante vagoli pe verdi
boschi, pace non trovi
e sollievo il canto de la Natura
più non ti reca al nobil glacial
petto, celato dall'argenteo usbergo:
qual tormento il cuor tuo angoscia e lacera?

Pe' l'alti principi copioso sangue
donasti, l'animo tüo immolasti,
qual serto trionfale ti cinse il capo?
Il petto tuo mostra mortal ferita,
sì ch'il biàn destrier di rosso si tinge
e il bel volto s'è torto pe' l'affanni.

L'ultima fiera battaglia t'attende,
di batter l'infedel
brami, quivi l'ultimo Sole miri
ora ch'il tuo nemico dinnanzi vedi,
l'amata spada al fianco tieni stretta,
di percoter gli scudi
il fèr tuo usa solente;
in su 'l colle osservi
l'alti stendardi veleggiar al gelido
vento, chiediti allor "se vincitor
sarò, sarà fors'essa l'ultima pugna
ch'il cor mio reggerà?
E s'io sconfitto cadrò nè la polve,
chi mai il volto mïo serberà nel petto?"
Col l'animo in tempesta
scaglierà allor il destrier ne' la mischia,
ch'il cielo abbia pietà
e che l'Averno t'accolga nel caldo
e gentil grembo etero.

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